È una di quelle notizie che possono sembrare tecniche, ma che in realtà toccano la vita di migliaia di studenti italiani. Il 7 ottobre 2025, il Senato ha approvato in prima lettura un disegno di legge che introduce per la prima volta nel nostro Paese un quadro normativo per riconoscere e sostenere gli alunni con alto potenziale cognitivo. Tradotto? Finalmente si inizia a dare risposte concrete a quegli studenti che hanno capacità sopra la media, che spesso in classe si annoiano o non trovano stimoli adeguati, e che fino a oggi sono rimasti un po' nell'ombra del sistema scolastico italiano.
La questione non è nuova. Quando pensiamo a una scuola inclusiva, di solito ci concentriamo sul supporto a chi ha difficoltà di apprendimento o disabilità, ed è giusto che sia così. Ma c'è un'altra faccia dell'inclusione che spesso dimentichiamo: quella degli studenti che apprendono più rapidamente, che hanno curiosità insaziabili, che potrebbero fare molto di più se solo avessero gli strumenti giusti. Sono ragazzi e ragazze che rischiano di sentirsi fuori posto, di perdere motivazione, a volte perfino di rendere meno di quanto potrebbero proprio perché la scuola non è tarata sui loro ritmi.
Il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha commentato l'approvazione del ddl con parole chiare: "Gli alunni ad alto potenziale cognitivo sono una risorsa straordinaria per il Paese, ma troppo spesso non vengono riconosciuti e sostenuti adeguatamente". E ha aggiunto un concetto che merita di essere sottolineato: "Nessuno deve essere lasciato indietro, ma allo stesso tempo nessuno deve essere limitato rispetto al proprio potenziale". In pratica, la scuola deve saper stare al passo con tutti, sia con chi ha bisogno di più tempo sia con chi potrebbe andare più veloce.
Cosa prevede questo disegno di legge? Innanzitutto, colma un vuoto legislativo che l'Italia si porta dietro da decenni. Basta pensare che già nel 1994 il Consiglio d'Europa aveva raccomandato agli Stati membri di occuparsi dell'educazione dei bambini ad alto potenziale, ma noi fino a oggi non avevamo una normativa specifica. Con questo ddl, che ora passerà alla Camera per la seconda lettura, si delega il Governo ad adottare decreti legislativi per garantire il diritto allo studio e la personalizzazione dei percorsi formativi per questi studenti.
In concreto, verrà istituito un Comitato tecnico-scientifico che coinvolgerà sia il Ministero dell'Istruzione sia il Ministero della Salute. Questo comitato avrà il compito di definire con chiarezza i criteri e le modalità per riconoscere gli alunni ad alto potenziale cognitivo. Non si tratta di etichettare o creare una scuola a due velocità, ma di capire meglio chi sono questi studenti e di cosa hanno bisogno per esprimere al meglio le loro capacità.
Inoltre, è previsto un Piano triennale sperimentale che includerà azioni mirate, a partire dalla formazione dei docenti. Perché è proprio lì che si gioca la partita più importante: gli insegnanti devono avere gli strumenti per riconoscere questi talenti e per modulare la didattica di conseguenza. Personalizzare l'insegnamento, come sottolinea Valditara, è la chiave per permettere a ogni studente di esprimersi al meglio, qualunque sia il suo punto di partenza.
Per le famiglie e per gli studenti, questa è una buona notizia. Significa che finalmente si inizia a parlare di questi temi in modo strutturato, che non si tratta più di iniziative isolate o della buona volontà del singolo insegnante. Certo, la strada è ancora lunga: il ddl deve passare alla Camera, poi dovranno arrivare i decreti attuativi, i fondi, la formazione vera e propria. Ma il fatto che si sia messo nero su bianco un impegno legislativo è già un primo passo importante.
Quando scegliete una scuola per i vostri figli o per voi stessi, tenete d'occhio anche questi aspetti. Una scuola che sa valorizzare tutti i talenti, che non appiattisce verso il basso ma che sa modulare l'offerta formativa in base alle esigenze di ciascuno, è una scuola che guarda al futuro. E strumenti come Classifica Scuole possono aiutarvi a capire quali istituti sono già pronti ad accogliere queste novità e a metterle in pratica, attraverso le recensioni di chi la scuola la vive ogni giorno e i dati che raccontiamo.
Perché alla fine, di questo si tratta: di una scuola che mette al centro la persona, qualunque sia il suo talento, il suo ritmo, il suo modo di imparare. E che non lascia nessuno indietro, ma nemmeno nessuno fermo al palo.


