La Riforma 4+2 diventa obbligatoria: verso una nuova era della formazione tecnico-professionale

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di Redazione
16/09/2025

I quasi diecimila studenti che hanno scelto questo percorso innovativo tra primo e secondo anno hanno dimostrato che la formula funziona. Non si tratta più di una sperimentazione limitata o di un'opzione per pochi coraggiosi, ma di una vera rivoluzione nel modo di concepire il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.

Quando l'obbligo diventa opportunità

La parola "obbligatoria" potrebbe suscitare perplessità in chi è abituato a vedere nell'obbligo scolastico una costrizione. Ma qui siamo di fronte a un paradosso interessante: l'obbligo riguarda l'offerta, non la scelta degli studenti. Ogni istituto superiore dovrà mettere a disposizione almeno un corso organizzato secondo la filiera 4+2, ma saranno sempre i ragazzi e le loro famiglie a decidere se abbracciare questa strada.

Il ministro è stato chiaro nell'intervista al Messaggero: la qualità sarà il discrimine. Non basterà aprire un corso per rispettare il decreto. Ogni progetto dovrà essere approvato dal ministero e soddisfare standard elevati, costruito in collaborazione con ITS Academy e imprese del territorio. È una garanzia importante per evitare che l'obbligo si trasformi in un adempimento burocratico svuotato di significato.

I numeri che fotografano un'Italia in movimento

Mentre il Paese discute di giovani che non studiano né lavorano, i dati presentati da Valditara alla Camera raccontano una storia diversa. La dispersione scolastica è scesa al 9,8% nel 2024, con proiezioni che indicano un ulteriore calo all'8,3% nel 2025. Sono numeri che ci permetteranno di raggiungere l'obiettivo europeo del 9% con cinque anni di anticipo rispetto alla scadenza del 2030.

Anche la dispersione implicita – quel fenomeno silenzioso di chi frequenta ma non impara davvero – sta arretrando. Dal 12,7% del 2021 all'8,7% previsto per il 2025. Dietro questi progressi ci sono scelte precise: l'introduzione del Docente Tutor e del Docente Orientatore, i progetti "Agenda Sud" e "Agenda Nord" pensati per colmare i divari territoriali che ancora segnano il nostro Paese.

Più di cento milioni per costruire il futuro

Gli investimenti raccontano meglio delle parole quanto sia seria l'intenzione del governo di trasformare questo progetto in realtà strutturale. I 105 milioni di euro stanziati si articolano su tre direttrici complementari che disegnano una mappa precisa del cambiamento.

Quaranta milioni andranno alla realizzazione di 54 campus formativi da 750mila euro ciascuno, con la prospettiva di reperire risorse aggiuntive per ampliare l'offerta. Altri trenta milioni finanzieranno campus laboratoriali dedicati esclusivamente alle scuole che sceglieranno il percorso 4+2. I rimanenti 35 milioni costruiranno nuovi campus fisici attraverso bandi rivolti alle regioni.

Non sono cifre buttate a caso, ma investimenti mirati a creare un ecosistema formativo in grado di reggere il confronto con le sfide dell'industria 4.0 e del Made in Italy tecnologico.

La sfida dell'orientamento in un sistema che cambia

Per le famiglie e gli studenti, questo scenario apre opportunità ma pone anche domande nuove. Come orientarsi in un panorama formativo sempre più articolato? Come valutare la qualità di un'offerta che si moltiplica e si differenzia?

La filiera 4+2 non è per tutti, né pretende di esserlo. È pensata per chi ha una vocazione tecnica e pratica, per chi vuole entrare nel mondo del lavoro con competenze immediatamente spendibili ma non rinuncia a una formazione di livello superiore. Il collegamento diretto con gli ITS Academy garantisce quella continuità tra sapere teorico e applicazione pratica che spesso manca nei percorsi tradizionali.

Verso un nuovo equilibrio tra teoria e pratica

Il vero salto culturale che questa riforma rappresenta sta nel superamento della falsa contrapposizione tra formazione umanistica e tecnica, tra cultura "alta" e competenze pratiche. La filiera 4+2 dimostra che si può essere tecnici colti e umanisti competenti, che la manualità intelligente non è meno nobile della speculazione teorica.

È un messaggio importante per un Paese che ha sempre oscillato tra il culto dell'erudizione fine a se stessa e la ricerca spasmodica del posto sicuro. La sicurezza, oggi, sta nella capacità di adattarsi al cambiamento, nella versatilità delle competenze, nella capacità di continuare a imparare lungo tutto l'arco della vita.

La riforma 4+2 obbligatoria non è solo una questione di organizzazione scolastica. È il riconoscimento che il futuro del lavoro sarà sempre più ibrido, tecnologico e umano insieme, locale e globale, artigianale e digitale. Una scommessa sul talento dei nostri giovani e sulla capacità del sistema formativo di evolversi senza perdere la propria identità.

I prossimi anni ci diranno se avremo saputo cogliere questa opportunità o se l'avremo sprecata nell'eterno dibattito tra innovatori e conservatori che spesso paralizza le nostre istituzioni. Ma i numeri, per ora, sono dalla parte di chi ha scelto di cambiare.